Prima di procedere con l’imbottigliamento del vino, è essenziale assicurarsi della sua stabilità e della sua salute, così da adottare gli eventuali rimedi prima che sia troppo tardi. Nella produzione industriale, prima di procedere con l’imbottigliamento del vino si eseguono diversi esami chimici con lo scopo di controllare l’acidità totale e volatile, l’anidride solforosa libera e totale, quantità di ferro, rame, proteine, batteri e lieviti.
Tutti questi fattori sono infatti importanti per la conservabilità e la stabilità biologica del vino. Tuttavia nella produzione casalinga, la valutazione di questi parametri non è possibile o comunque semplice. Nella produzione casalinga, l’intervento piu’ semplice ed efficace che si puo operare nel vino prima di imbottigliarlo, è quello di provvedere a un’opportuna integrazione di anidride solforosa, cosi’ da limitare gli inevitabili effetti dell’ossigeno e assicurarsi una migliore conservabilità.
Per limitare la presenza di ferro, rame, proteine ed eventuali cellule di lieviti, si procede generalmente con un opportuno filtraggio. L’operazione più semplice che si può svolgere nell’ambito della produzione casalinga – eseguita anche a livello industriale – è quella di effettuare gli opportuni travasi del vino durante la sua maturazione e prima dell’imbottigliamento. Questa operazione è infatti essenziale per l’eliminazione dei depositi che si formano con il tempo, assicura una migliore stabilità del vino e lo rende perfettamente limpido. Si procederà con un travaso anche poco prima dell’imbottigliamento, così da eliminare ogni eventuale deposito. Volendo si potrà aggiungere 5-6 grammi di metabisolfito di potassio per ogni ettolitro di vino.
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